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Ragusa 06.06.2015 Tremano gli intoccabili di "Mafia Capitale" Michele Prestipino Giarritta e Giuseppe Pignatone
Da Palermo a Reggio Calabria a Roma Giuseppe Pignatone col coraggio dell'onestà e la coerenza delle idee e delle azioni sferra colpi mortali alla mafia dei colletti Bianchi della città eterna caput mundi, affiancato nell'opera titanica ad altissimo rischio dallo storico inseparabile Michele Prestipino Giarritta, severo e formidabile garante delle Istituzioni dotato di grande equilibrio e preparazione e da una squadra impareggiabile di fedeli Servitori dello Stato. Dopo i colpi ben assestati alla ‘ndrangheta, smascherandone il connubio tra politica, alta burocrazia e mondo del malaffare lì, in Calabria, dov'è nata è cresciuta e si è radicata espandendosi in tutto il mondo, con un giro di sporchi affari che paralizzano la crescita civile del Popolo Italiano ridotto alla fame, vessato ed umiliato, seminando ansie e terrore, ora tocca a "Mafia Capitale", a quegli eletti che frequentano le logge massoniche, i clubs esclusivi, i salotti bene ed i locali all’ultimo grido, dai quali Pignatone e Prestipino si sono sempre tenuti a debita distanza. Mafia Capitale presenta caratteristiche proprie, anche se con le mafie tradizionali ha in comune il metodo della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne derivano, per realizzare guadagni da P.I.L. e dare sfogo ad un'avidità smodata, tanto criminale quanto frustrante delle aspettative della povera gente. Non a caso Giuseppe Pignatone afferma che quella portata alla luce non è "la" mafia ma "una" mafia. I romani lo sapevano dai tempi della Banda della Magliana. Già allora "cosa nostra" bussava a casa loro chiedendo permesso per fare affari, attraverso la politica, i servizi deviati, l'eversione di destra, la massoneria deviata ed i professionisti al soldo. Sistema criminale con un naturale ed ovvio tasso di novità e originalità rispetto a quello sbancato con l’indagine dei Ros dei Carabinieri, coordinata da Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini sotto la supervisione dello stesso Pignatone e dell’Aggiunto Michele Prestipino Giarritta. Conducente al riguardo, è l'intercettazione ambientale in cui spicca Carminati, capo indiscusso di Mafia Capitale, pubblicata sul settimanale "L’Espresso", dal titolo "I quattro Re di Roma", nel quale si fa riferimento ad una divisione della capitale in zone d’influenza ad opera di distinti gruppi criminali con a capo rispettivamente Carminati Massimo, Senese Michele, Fasciani Giuseppe e Casamonica Giuseppe. Nel reggino, Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino Giarritta erano diventati personaggi scomodi per tanti, troppi che cercarono di offuscarne le immagini in ogni modo e con ogni mezzo, rei di avere assicurato alla Giustizia non soltanto gli uomini della ‘ndrangheta, ma tanti esponenti di quella borghesia mafioso-politica che per anni aveva tenuto in ostaggio la città dello Stretto. Due uomini soli, pur coadiuvati da una squadra di tutto rispetto, non possono mutare un intero territorio senza un cambiamento radicale di un modo di pensare e agire. Pignatone e Prestipino Giarritta hanno fatto la loro parte fino in fondo. La gente, quella per bene veramente, lo sa e ringrazia, per il passato ed oggi per "Mafia Capitale", che pur nascondendo mille insidie, giammai potrà distorglierli dalla loro missione di paladini della Giustizia e della Libertà. Dice Michele Prestipino Giarritta: «Non c’è mafia vera, che sia cosa nostra, che sia ’ndrangheta, che sia camorra, la quale nel corso del tempo – quando dico “tempo”, possiamo partire senz'altro dall'unità d'Italia – non abbia avuto rapporti con la politica, con la pubblica amministrazione e con gli apparati. Questa non è una variabile. È un elemento strutturale di come l'organizzazione è presente, esiste e opera. Leggasi cliccando di seguito su: Il Procuratore Antimafia Michele Prestipino Giarritta all' ITIS Maiorana di Ragusa; (19.11.2011) RAGUSA: LAVANDERIA DEI SOLDI SPORCHI (20.10.2014). Biagio Spadaro |
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